1. Moreno Berva parlaci un po' di te, chi sei e cosa fai nella vita? Sono nato a Lugano. Ho studiato semiologia e filosofia all'Università di Ginevra. Lavoro nella mia piccola agenzia di comunicazione come copy‐writer, scrittore e traduttore, nei settrori più svariati: dalla letteratura alla storia, dal cinema alla pubblicità. Non ho molto tempo per annoiarmi.
2. In che situazione ami scrivere i tuoi libri? Di notte, di giorno, in viaggio, in una stanza particolare o in un momento preciso della giornata? Non appena ho tempo. Poco importa il resto. Mi bastano un'idea e un po' di tempo.
3. Come nasce la tua opera 'Il Resto del Mondo'? Il pittore Pano Parini, per divulgare una serie di opere sue presso un pubblico più largo di quello che frequenta le gallerie d'arte, ha pensato di pubblicarla sotto forma di libro. Mi ha chiesto di scrivere qualche testo di commento. Con il tempo, le frasi sono diventate idee e le idee hanno dato vita a un romanzo.
4. Per descrivere i protagonisti del tuo racconto a chi ti sei riferito nella vita reale? Esistono o sono frutto della tua fantasia? Se sono il frutto della tua fantasia, come hai costruito i discorsi ed i comportamenti di chi non è mai esistito? Ti sei appoggiato a qualche frammento di razionalità? Non credo che fantasia pura esista. Esiste un'elaborazione personale di elementi che la vita di ogni giorno ci propone. La realtà è molto ricca. Bisogna però saperla leggere, interpretare e descrivere uscendo dagli schemi della banalità quotidiana. Questa è la fantasia.
5. Cosa ti ha dato principalmente l'ispirazione per la scrittura del tuo libro? Non so bene cosa intendi per "ispirazione". Per me, scrivere è raccontare delle storie giocando con la forma. Ogni tanto, un'idea dà vita a una forma. Altre volte, uno stacco formale genera un'idea...
6. Quando hai incominciato a scrivere? Ho imparato a scrivere a 6 anni. E non ho mai smesso.
7. Eri sicuro di diventare uno scrittore? Non mi considero uno scrittore. Non amo né i limiti né le semplificazioni. La mia vita è ricca, fertile, difficile e complessa. Solo una parte delle mie esperienze confluisce nella scrittura.
8. Ci sono scrittori disciplinati, metodici, che stilano scalette e rileggono mille volte i loro scritti e autori che istintivamente buttano giù frasi su frasi fino a comporre un romanzo. Tu? Che scrittore sei? Non costruisco le mie storie in funzione di un qualsivoglia obiettivo artistico o economico. Non scrivo né per vendere né per vendermi. Dò vita a dei personaggi che poi, però, mi sfuggono, fanno quello che vogliono. Ogni personaggio ha la propria personalità e mi impone di scrivere quello che lui vuole vivere. So dove inizio. Mai dove finirò. La mia libertà sta nella forma, sulla quale lavoro parecchio. Le riletture sono dunque numerosissime.
9. Quante storie, romanzi, racconti, libri e-book hai scritto finora? Oltre al romanzo Il resto del Mondo, ho pubblicato qualche testo in francese. Poi molti articoli. Ma niente di serio dal punto di vista letterario.
10. Qual è il tuo pubblico ideale? A quale lettore pensi quando scrivi? Non penso al lettore. Penso al romanzo. E penso a come lasciar vivere i miei personaggi pur imponendo loro il mio stile. Anzi, meglio, penso a come corroborare la personalità di ogni personaggio attraverso oculate scelte stilistiche.
11. Prossimamente... cosa hai in programma? Per quanto concerne la scrittura, sto preparando una raccolta di racconti sull'amore, insieme con l'amico Augusto Chollet.
