1. Chi è Roberta? Cosa fa nella vita? Faccio così tante cose che ancora lo devo capire. Per questo sento la necessità di rifugiarmi nei paesaggi della provincia in cui sono nata e cresciuta. Mi esprimevo bene soltanto con la penna, ed è andata così anche negli anni successivi. Con l’università ho iniziato a coltivare la scrittura insieme al sogno di diventare una giornalista. Poi, il percorso è cambiato. O io sono cambiata. E ho deciso di fare una deviazione, tenendo sempre ben salda la penna.
2. Hai sempre desiderato essere una scrittrice? Non sempre. Da bambina era il mio grande sogno, poi mi sono rivolta ad altri ambiti. Strada facendo ho insomma capito che quello che volevo (e che voglio) era poter lavorare con la scrittura creativa.
3. In che situazione ami scrivere. Di notte, di giorno, in un momento particolare della giornata? L’importante è che ci sia silenzio dentro di me, poi, che sia giorno o notte non importa. Più passa il tempo. più mi accorgo di quanto sia importante spegnere i pensieri, soprattutto quelli negativi. Essere sereni è la condizione migliore per creare.
4. Come mai hai pensato di continuare i romanzi del grande scrittore Carroll? In realtà tutto è nato da una proposta di Dario Abate, il mio editore, condivisa con il direttore editoriale (nonché editor), Daniele Corradi. A quel punto, ho fatto due proposte di trama, di cui una ha incontrato l’approvazione di tutti. E così è iniziato un viaggio che si è un concluso dopo un anno e mezzo.
5. Com' è stato scrivere di Alice? Ti sei rispecchiata un po’? Hai avuto difficoltà nel proseguire la sua storia? Scrivere Alice è stata una sfida. Ci sono stati dei momenti di crisi, altri di studio per stimolare le idee (e per poter sviluppare una vicenda coerente alle storie precedenti e alle mie intenzioni); non sono mancati momenti di fantasia libera e giocosa. Indubbiamente c’è stato un forte rispecchiamento in quanto mi sono trovata a immedesimarmi nelle vicende di Alice.
6. Che temi hai affrontato nel tuo libro: 'Alice nel Labirinto'? E come mai questo titolo? Nel romanzo ho affrontato numerosi temi: dalla libertà alla ricerca di sé, passando per l’amore, il viaggio, la memoria. Ma il tema principale, quello su cui vertono le vicende, è quello della ricerca di sé. Alice si trova a vivere una crisi: la ritroviamo donna, in una fase che sembra presagire a una sua realizzazione umana e sociale, ma accade qualcosa che la costringe a rimettersi in discussione. Da qui iniziano le sue avventure, in un viaggio che per complessità ricorda un labirinto. Non è un labirinto fisico, piuttosto consiste in una condizione mentale e psicologica di perdizione. Ecco quindi spiegata la scelta del titolo.
7. Com'è nata l'idea del libro game? Molto intrigante, soprattutto per i bambini. L’idea del libro game è nata quando ormai avevo terminato la prima stesura e avevo proceduto a una rilettura. Reduce dagli anni Novanta… nell’orbita degli interessi c’erano anche questi libri interattivi che hanno fatto divertire tanti ragazzini e ragazzine… un po’ nerd.
8. Ti senti un po bambina nello scrivere fiabe? Mi piace l’idea di poter esprimere la fantasia di quella bambina che, anni fa, iniziò a scrivere storie su un quaderno. Non per caso, ma perché sentiva che doveva scriverle.
9. Prossimamente... cos'hai in programma? Sto organizzando alcune presentazioni di “Alice nel labirinto” in giro per l’Italia. Sto scrivendo un nuovo romanzo su cui, al momento, non dico nulla, anche se Alice mi sta dando ancora importanti input, soprattutto sul fronte performativo. Ma per ora mi fermo qui e non svelo altro. Per il resto c’è anche il mio blog, lapennasognante.blogspot.com.
