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Intervista Caterina Moscini 12/10/2018


Cosa ci racconti? Cosa fai nella vita?

Sono stata insegnante e adesso sono felicemente pensionata da un anno. Vivo in giro per l'italia, Piansano, Sabaudia, Cinisello... adesso mi trovo a Piansano. Paese della Tuscia.


Quando hai deciso di diventare scrittrice?

Tre anni fa, verso la fine della mia carriera di insegnante ho sentito il richiamo... Ho scritto un libro per bambini che è piaciuto ai grandi, anche! Poi ho pubblicato per gli adolescenti il mio secondo libro: Parliamone..a cure aperto.


Quando hai deciso che finalmente era il momento di pubblicare e soprattutto hai optato per una Casa editrice o per il self?

Ho preparato il primo libro nel 2016. L'ho affidato con cura a un editore poco pratico di editoria , mentre il secondo l'ho affidato a Educare Universi. Il mio romanzo sta per uscire, insieme ad altre opere: Isadora una fiaba per adulti e bambini, Energia vitale e le mie poesie. Usciranno a breve, spero.


Apriamo i tuoi preziosi libri? Che messaggio vorresti che arrivi ad un lettore?

I miei libri raccontano fatti umani veri ma hanno protagonisti inventati e vogliono comunicare EMOZIONI. I miei lettori hanno riscontrato che la lettura consente loro di parlare al proprio cuore e esternare le loro emozioni senza indugio.


Come avete costruito i tuoi personaggi? Sono reali o sono frutto della tua fantasia? E se sono frutto della tua fantasia come costruisci i discorsi di qualcuno che non è mai esistito?

La mia raccolta di racconti è varia nei contenuti ma ciascun racconto racchiude sensazioni emozioni e fatti legati al quotidiano. I personaggi sono esistenti ma inventate le corcostanze che li rappresentano. Mi piace creare le situazioni che legano personaggi, fatti e circostanze particolari.


Che genere letterario non avresti mai il coraggio di scrivere?

I miei personaggi tendono ad allontanarsi dalle mie esperienze di vita perchè non amo che gli altri pensino che scrivo autobiografie. Tuttavia il mio primo romanzo"Le donne della mia vita" è autobiografico. Perciò l'unico genere che non vorrei scrivere è l'hard.


Eli Valverde: Quando hai iniziato a insegnare, hai incontrato ragazzini che ti hanno dato ispirazione ancora di più di a scrivere?

I bambini sono stati sempre la mia ispirazione. Tutto ciò che facevo con loro è affidato ai loro quaderni. Ne ero innamorata! Credo di continuare a scrivere, a dipingere e a pubblicare ciò che realizzo.


Eli Valverde: Caterina scusa la domanda con che classe hai lavorato?

Sono stata in tutte le classi, come insegnante solitaria, ai tempi, come insegnante di matematica, di storia e geografia e per ultimo insegnante di sostegno. La mia grande risorsa, il sostegno per bambini H. Ne ho conosciuti diversi e aognuno ho cercato di dare quanto più potessi. Li ho amati moltissimo.


Vita Firenze: Cosa ti ispira quando scrivi?

La voglia di comunicare quello che ho dentro la mia testa.


Eli Valverde: Quali sono i tuoi autori preferiti?

A volte penso che alcuni si aspettano da me alcuni pensieri che ho accennato attraverso altre opere e cerco di trovare per pensieri in embrione la loro esistenza.

Elsa morante, Moravia, Pasolini, gli autori classici della mia giovinezza.


Eli Valverde: In famiglia ti hanno aiutato a trovare questa ispirazione o hai fatto tutto da sola?

In famiglia sono contenti ma mi lasciano libera. Mia figlia maggiore mi ha esortato all'inizio, poi non più.

I miei figli sono stati due scrittori in erba , da grandi non hanno continuato, preferiscono l'arte pittorica e grafica.


Eli Valverde: Se una persona dovesse scrivere una poesia come consiglieresti d'iniziare se la poesia ė indirizzata a un insegnante?

Ogni poesie deve racchiudere un sentimento sincero e unico, possibilmente, perciò non saprei consigliare nessuno.



A chi lettore pensi quando scrivi?

Io penso ai miei, quelli che incontro su FB e mi chiedono di continuare a farli sognare.


Ci lasceresti un pezzo estratto dal tuo libro?

"In questa fragilità, mi aggrappo alla precarietà che scorre ogni giorno intorno a me, non lasciando intravvedere via d'uscita e meno che mai soluzioni rincuoranti di stabilità. Ma non mi fermo, procedo barcollando per la fatica nella direzione che mi porta avanti,mentre bramo trovare, a tutti i costi, il lato positivo delle cose, la voglia di farcela, il desiderio di superare la difficoltà e di raccontare agli altri, che poi non è così impossibile ritrovare l'equilibrio perso, la stabilità e il senso della misura dopo la tempesta."


Prossimamente cos'hai in programma?

Andare a Sabaudia. Per vedere l'ultimo mare prima dell'inverno e scrivere qualche poesia.





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